NEWS #11/ CRONACHE DAL CONGRESSO CNETO CAMOGLI, 12-13 DICEMBRE 2019

Intervento del Prof. Stefano Capolongo del Politecnico di Milano

La seconda giornata del Congresso Nazionale Cneto 2019 – Camogli (GE) 12 e 13 dicembre – ha trattato i temi dell’innovazione nella progettazione architettonica dell’ospedale e della formazione universitaria in questo settore.

A partire da esempi europei avanzati nell’organizzazione ed edilizia ospedaliera, i relatori hanno sottolineano le trasformazioni legate a fattori quali il rapporto tra ricerca e cura, secondo il principio del From Bench to Bed, la digitalizzazione, la riduzione delle durate dei ricoveri e dei posti letto, la telemedicina e lo spostamento verso il territorio delle attività di assistenza.

Nell’intervento dell’Architetto Margherita Carabillò, direttrice della Rivista Progettare per la Sanità, sono stati illustrati alcuni esempi di strutture ospedaliere finlandesi e britanniche che evidenziano la nuova integrazione tra spazi per la diagnosi e cura e strutture di carattere alberghiero, gli Hospital Hotel, che rivoluzionano l’idea tradizionale di degenza.

Nel New Children Hospital dello HUS di Helsinski, di SARC Architects e Reino Koivula Oy, un pannello digitale diviene, attraverso un grande touch-screen, un modo per la personalizzazione e familiarizzazione dei piccoli pazienti, in particolare dall’età prescolare all’adolescenza, nel loro contatto con ambiente ospedaliero e un modo per orientarsi in un ambiente non domestico. Il disegno dei bambini sul pannello è il logo, il loro Avatar, che ritroveranno su altri schermi e su di un Tablet che permette loro di comunicare guidandoli nei movimenti all’interno dell’ospedale e tracciandone i percorsi attraverso il sistema informatico di gestione delle attività. La tecnologia del Gaming facilita la Compliance del piccolo paziente e serve, nello stesso tempo, quale strumento di gestione e controllo degli interventi sanitari registrando spostamenti, tempi e attività.

In un certo senso si può affermare che, se nel passato prossimo si volevano portare le relazioni della vita urbana nell’ospedale, attraverso l’Hospital Street, oggi l’interazione sociale si realizza, anche nella cura, attraverso i media digitali.

Sono oggi molti gli esempi di Hospital Hotel o Patient Hotel soprattutto nei paesi scandinavi e in Gran Bretagna, luoghi per ospitare sia parenti e care giver sia coloro che ricevono cure e prestazioni diagnostiche nei vicini ospedali e centri clinici.

In tal modo si evita il ricovero nelle corsie ospedaliere, con un miglioramento del comfort psico-emotivo dei pazienti, la riduzione del rischio di infezioni spedaliere nonché un risparmio economico per il minor costo della prestazione alberghiera rispetto a un vero e proprio ricovero.

Tale tendenza è sicuramente in linea con il cambiamento apportato dalle tecnologie, si pensi alle cure oncologiche.     

Carabillò riporta l’esempio del Docrates Cancer Center di Helsinski nel quale albergo, frequentato anche da pubblico estraneo all’ospedale, e struttura sanitaria sono situati in edifici adiacenti e collegati. A queste esperienze si ricollegano i Maggie’s Centres strutture diurne, diffuse nel mondo anglosassone, per supporto ai pazienti nelle strutture cliniche.

L’ospedale tende a divenire un Ospedale senza letti nel quale il paziente accede per i trattamenti e viene subito dimesso utilizzando devices elettronici portatili, o indossabili che ne permettono il monitoraggio in condizioni di sicurezza sia nella propria residenza che nel vicino Patient Hotel.      

L’ospedale si trasforma da struttura di degenza in ospedale digitale e Senza Muri, connesso con il territorio. I pazienti fruiscono delle cure in centri di alta specializzazione e tecnologia ma anche dei servizi e degli ambienti della città. Possiamo osservare che, sia per l’evoluzione tecnologica delle prestazioni sia per la diponibilità di modalità efficaci di telecontrollo, si riducono anche i tempi di osservazione tipici della degenza ospedaliera.

Inoltre, la disponibilità di dati rilevati in continuo dai devices portatili, sia nella fase di ricovero sia dopo la dimissione, alimenta, attraverso il monitoraggio ciò che viene definito il Repository Clinico-ambientale e consente la profilazione del paziente. In tal modo si può affermare che il paziente “co-crea” le informazioni per la ricerca clinica.

Altri esempi interessanti di digitalizzazione e di trasformazioni dello spazio ospedaliero e sanitario presentati sono il Royal Prince Alfred Hospital, Arch. HDR Rice Daubney, l’Health Village in Finlandia e il Lifehouse Cancer Centre della University of Sydney che adotta un approccio olistico alla cura affiancando trattamenti e attività di medicina integrativa finalizzate al benessere dei pazienti, dall’agopuntura alla dietologia.

La relatrice conclude ricordando che se nelle progettazioni degli ultimi decenni era la città ad entrare nell’ospedale con le Hospital Street nel futuro sarà l’ospedale ad andare dal paziente, nella città dove vive.

Andrea Vanossi della CMB srl, società attiva nella costruzione e progettazione di edifici ospedalieri, riferisce dell’esperienza in corso per la progettazione e costruzione dell’ospedale di Odense in Danimarca.

In questa commessa la società, giunta alla diciassettesima realizzazione interamente progettata con il BIM, sta sviluppando un progetto particolarmente interessante che vede la collaborazione tra la stazione appaltante, l’ospedale di Odense, ed i progettisti delle diverse specializzazioni. Questo rapporto tra soggetti viene gestito mediante l’interazione digitale attraverso una piattaforma informatizzata di Gestione dei Requisiti.

Si realizza in tal modo una Cloud collaboration tra medici, amministratori e progettisti. Le tecnologie utilizzare per comunicare possono essere quelle della VR – virtual reality-, della AR – augmented reality – e del Moke Up.

Sin dalla fase di programmazione è stata costituita una sorta di Digital Twin, o gemello digitale, dell’edificio. Nella programmazione il modello è costituito da una serie di requisiti che assumono una organizzazione spaziale attraverso il dialogo tra direzione dell’ospedale, sanitari, progettisti e imprese.

Seguendo lo sviluppo del progetto il modello digitale si arricchisce di informazioni sino a raggiungere la sua configurazione finale che diverrà, attraverso il cantiere, un As Built e, in seguito, il modello per la gestione e manutenzione. In latri termini, nelle diverse fasi il modello viene utilizzato per i confronti con gli utenti, la simulazione delle prestazioni, le approvazioni, la gestione manutentive e del fine vita.

Il Prof. Stefano Capolongo del Politecnico di Milano illustra uno studio condotto presso il Dipartimento ABC sulle nuove prospettive della didattica e della ricerca universitaria a cavallo tra progettazione, architettura e discipline mediche.  A livello internazionale si segnalano offerte didattiche universitaria in Nordamerica, tra queste quelle della Clemson University della North Carolina (USA) a del Corso di Design for Health dell’Ontario College of Art and Design canadese. In Europa la MARU London South Bank University organizza percorsi didattici di Progettazione inclusiva certificati dal RICS, organismo professionale britannico, e la UPC di Barcellona ha fondato il LA(H)B – Laboratory of Architecture for Healthcare. In diversi altri paesi del mondo, come in Brasile con la EASS Universitade Catolica de Brasilia o in Israele con il Technion di Haifa sono in corso attività di ricerca e didattica a cavallo tra l’architettura, l’ingegneria e le discipline mediche.

Nuove figure professionali con denominazioni quali Doc Architect, Dochitect, Physician Engineer, Nurse Architect, Hospitalist, Hospital Planner si stanno inserendo nelle offerte accademiche più avanzate.

Il Politecnico di Milano vanta un’esperienza ormai decennale nelle attività di alta formazione nell’architettura per la Sanità e, a livello italiano, università quali il Politecnico di Torino, l’Università La Sapienza di Roma e l’Università degli Studi di Firenze coordinano le loro consolidate attività di ricerca nel Centro TESIS – Centro Interuniversitario di Sistemi e Tecnologie per le Strutture Sociali, Sanitarie e della Formazione, istituito presso l’Ateneo fiorentino.                                                                                                                               

 © Riccardo Pollo 2020

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