BLOG #1 / REPORT – UNA CITTA IN SALUTE (AXS NEWS #4)

Si è svolto sabato 30 novembre l’incontro promosso dal Gruppo consiliare del PD del Comune di Torino con relazioni del Dott. Scaramozzino, Direttore sanitario del Presidio Molinette – Città della Salute di Torino e del Presidente INU Piemonte e VdA Prof. Barbieri (Polito), cui è seguita una tavola rotonda con i Rettori degli Atenei torinesi e personalità del mondo della sanità, moderata dalla giornalista di Repubblica Sara Strippoli. Vi proponiamo una breve sintesi degli interventi e del dibattito.


Scaramozzino ha sottolineato i buoni indicatori di salute italiani e piemontesi: aspettativa di vita alla nascita tra le migliori nel mondo, tassi di mortalità in linea con i paesi più avanzati a fronte di una spesa relativamente modesta, il 6.5% del PIL contro la media europea dell’8% e 15% degli USA.
Tuttavia, indicatori molto importanti come il numero di assistiti a domicilio evidenziano i problemi di una sanità che deve affrontare mutamenti demografici dirompenti: il 27% di popolazione sopra i 65 anni, un saldo negativo tra nascite e morti che dura dal 1981 e che al 2104 era pari a circa 2000 unità/anno per raggiungere le circa 4000 unità/anno nel 2019 (dati relativi alla Città di Torino).
Sul versante ospedaliero si rileva che gli accessi al Pronto Soccorso, un indice di malessere del Sistema sanitario, sono calati del 5%, dai 192.000 del 2014 ai 180.000 del 2018 (dati della Città della Salute). Questa tendenza manifesta una maggiore presa in carico dei cittadini da parte dei servizi sanitari territoriali. Anche il numero dei posti letto della Città della Salute e della Scienza di Torino (Ospedali Molinette, Regina Margherita, Sant’Anna e CTO) passa dai 2.400 del 2011 ai 2.000 del 2019, di cui 1.700 realmente utilizzati (a causa dei lavori di ristrutturazione in corso).
Il Nuovo Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino, polo universitario, ospedale di alta specializzazione e Hub della rete ospedaliera, avrà 1.040 posti letto ai quali si aggiungeranno i 400 posti letto del CTO. La diminuzione dei Posti letto, peraltro progressiva in relazione alla riduzione della durata dei ricoveri indotta dagli avanzamenti tecnologici e clinici delle cure in fase acuta, sarebbe quindi contenuta nelle 200 unità.
La domanda che ci si deve porre è, secondo Scaramozzino, quale sia la risposta adeguata ai bisogni di salute dei cittadini: sicuramente quella che viene dall’integrazione della rete territoriale della sanità che trasferisce, per quanto possibile, al domicilio le prestazioni e migliora la qualità di vita, soprattutto in un quadro di aumento della cronicità, legata all’invecchiamento.
Oggi, da un punto di vista economico, circa 8 mld di €, su un bilancio totale regionale di 10 mld, sono assorbiti dalla spesa sanitaria, e circa 1 mld dalla sola Città della Salute.
L’interazione tra i diversi livelli di cura e di assistenza, ospedaliera e territoriale, e tra le diverse competenze cliniche e scientifiche, integrate e diffuse, è la risposta adeguata per il paziente anche se comporta uno sforzo di adattamento da parte dei professionisti della sanità.
Le Molinette, brillante e innovativo esempio di Ospedale degli anni ’30, con la sua organizzazione a padiglioni suddivisi per specialità, non è più una struttura adatta ed adattabile alle nuove modalità di cura.


Il Prof. Barbieri, urbanista e Presidente dell’INU Piemonte e VdA, introduce il tema della trasformazione urbana indotta dal nuovo Parco della Salute in un più ampio quadro territoriale che coinvolge i trasporti (ferrovia e rete di metropolitana: estensione della linea 1 e nuovo progetto della linea 2) e il destino dei complessi edilizi rilevanti e in attesa o in prospettiva di riuso prossimi all’area (l’ex Mercato Ortofrutticolo – 1933 – di Cuzzi, ora MOI, il Palazzo del Lavoro – 1961 – di Nervi e, più distante ma di forte valenza, il complesso industriale di Mirafiori – 1939).
Il Parco della Salute è elemento strategico del futuro dei quadranti sud dell’area metropolitana e della soluzione dei problemi storici di cesura tra l’abitato di Nichelino e di Torino, che Barbieri sintetizza in un “Nichelino e Torino si guardano di schiena”. Per altro verso, l’efficienza dei trasporti e della viabilità di accesso al nuovo polo della sanità appare problematica e non risolta dalla rotatoria sotterranea connessa al sottopasso Lingotto e dalla futura strada locale in fregio al sedime ferroviario.
L’attenzione della politica urbanistica dell’amministrazione comunale di Torino è passata dai progetti di sviluppo della scorsa giunta per l’area nord di Torino, con la Variante 200 al PRGC, l’attestamento della linea 2 della metropolitana e il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Caselle, alla zona sud. Tuttavia, né i lavori preparatori avviati dall’attuale amministrazione comunale torinese per il progetto di Variante al PRGC né il PUMS, Piano urbano della mobilità sostenibile, sembrano prendere in considerazione l’impatto del nuovo Parco della Salute. Rispetto al tracciato della linea 2 della metropolitana Barbieri ritiene importante, al fine di migliorare l’accessibilità del nuovo polo sanitario e universitario, la proposta, non considerata nei progetti recenti del Comune di Torino, di collegare il tracciato del suo ramo sud con la linea 1 tramite una bretella, anche in superficie lungo la via Onorato Vigliani.
In linea generale si osserva che il progetto del Parco della Salute viene affrontato con un approccio “fondiario”, “molecolare”, “sito specifico”, limitato all’uso del lotto e non è integrato in una pre-visione urbanistica generale di sviluppo della città.


Il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna, medico, sottolinea che il progetto della parte universitaria del Parco della Salute non è “partito” e come ciò rappresenti una contraddizione rispetto all’impostazione data in precedenza dalla Regione che collegava le attività di ricerca e formazione alla costruzione di un polo sanitario d’eccellenza. Il trinomio “salute, ricerca, innovazione” si concretizza negli avanzamenti delle cure derivanti dalla ricerca e in tecnologie quali “la medicina rigenerativa, l’ingegneria tissutale, la robotica”. Geuna osserva che nel mondo dell’economia si investe sempre più sulla salute nella consapevolezza dell’importanza che la sua cura assume per i consumatori, la stessa salute un tempo sacrificata per accedere a beni di consumo come l’automobile. Il Parco della salute, oltre che una grande opportunità per migliorare ulteriormente il livello delle cure offerte ai cittadini, rappresenta una prospettiva imprenditoriale importante per lo sviluppo della città e della regione e deve divenire un Hub non solo per qualche start-up ma per tutto il sistema delle imprese, dalle PMI alle grandi aziende multinazionali.

Il Prof. Ghigo, già Direttore della Scuola di Medicina, sottolinea la criticità del non avere avviato il progetto delle strutture per l’università. Inoltre, lo scorporo dal complesso del Parco della Salute della parte materno-infantile, proposto da alcuni, contraddice l’integrazione, indispensabile in un polo di alta specializzazione, tra le diverse competenze medico-scientifiche specialistiche e tra ospedale e rete territoriale. L’ospedale ad alta complessità e universitario richiede la disponibilità della rete territoriale per assolvere completamente i suoi compiti di formazione e, aggiungerei, di ricerca. Risulta necessario avere un piano sul territorio e una visione avanzata dell’intera rete sanitaria per evitare, anche nell’opinione pubblica, l’emergere di proposte improvvisate.

Il Rettore del Politecnico Guido Saracco ricorda come il Parco della Salute possa divenire uno dei poli, dei “parchi”, della Ricerca e dell’Innovazione torinesi, accanto alla Città dell’Aerospazio, a Mirafiori 4.0, a Envi-Park per sostenibilità ed economia circolare, ad Agricoltura 4.0 e Biotecnologie a Grugliasco. Ingegneri elettronici, meccanici e biomedici già lavorano fianco a fianco nei laboratori di Corso Duca degli Abruzzi, perché non nel Parco della Salute ? In tal modo, accanto ad un’assistenza sanitaria di eccellenza si potrà sviluppare l’innovazione, anche a favore della ripresa di un’industria italiana ed europea in crisi. Oggi il Politecnico ha, nel campo della ricerca biomedica, quattro progetti ERC, prestigiose azioni di ricerca di base finanziate dalla UE su base competitiva. Nella prospettiva di una medicina sempre più efficace grazie alle tecnologie in campo bio-medico occorre, inoltre, pensare a lauree integrate tra Medici, Ingegneri e Tecnologi. Se non si attiverà il polo della formazione e della ricerca nel Parco della Salute il denaro pubblico e privato investito non sarà bene utilizzato per la mancanza di sinergia tra assistenza/ricerca/formazione e decine di milioni di euro di ulteriori investimenti già previsti potranno essere perduti.


Il Dott. Maurizio Dall’Acqua, Direttore dell’Ospedale Mauriziano di Torino, ricorda l’importanza della continuità assistenziale tra ospedale e territorio. Il paziente dimesso, soprattutto se anziano o persona fragile, deve trovare in altre strutture ospedaliere, quali centri di riabilitazione e per la lungodegenza, e nella rete dei medici di base, e, aggiungerei, nei servizi sociali, una adeguata presa in carico. Oggi le degenze nell’ospedale per acuti, il cui costo giornaliero di ricovero oscilla tra i 500 e gli 800 euro contro i circa 160 di una lungodegenza, si prolungano spesso oltre il dovuto per le carenze della rete sanitaria territoriale. Le case della salute, strutture che riuniscono medici di base, specialisti ambulatoriali e infermieri e spina dorsale di un sistema sanitario sempre più orientato all’assistenza domiciliare e alla riduzione delle durate delle degenze ospedaliere, sono ancora poche a livello regionale e soprattutto a Torino. Infine si sottolinea l’opportunità di non scorporare l’assistenza pediatrica dal Parco della Salute (in cui sono previsti 100 posti letto a questo scopo) ma di mantenere la sua identità all’interno della nuova struttura.

Il Prof. Mauro Salizzoni, uno dei maggiori esperti a livello internazionale nel campo dei trapianti di fegato, invita a tornare ai dati reali della sanità e ai principi fondamentali del progetto del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino e di sfuggire al ragionamento semplicistico che equipara la riduzione dei posti letto nel nuovo ospedale che sostituirà la Città della Salute (Molinette, Sant’Anna e Regina Margherita) ad una riduzione dell’assistenza. La rete ospedaliera torinese e regionale deve essere vista nel suo insieme considerando il nuovo ospedale di Moncalieri in progetto (400 posti letti e polo materno infantile), il Giovanni Bosco (che potrebbe facilmente aprire strutture materno-infantili) e, aggiungerei, gli altri ospedali presenti nel piano della Regione Piemonte. A livello regionale il nuovo Parco della Salute deve essere complementare alla Nuova Città della Salute di Novara. Il progetto del Parco della Salute non deve perdere il rispetto dei criteri di sostenibilità e integrazione delle competenze, come potrebbe accadere nel caso di scorpori delle aree materno-infantili e della mancata realizzazione del polo universitario.

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